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Sicurezza sul lavoro: la mappa italiana ed europea

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Sicurezza sul lavoro: la mappa italiana ed europea

Sicurezza sul lavoro: la mappa italiana ed europea

Gli infortuni e le morti sul lavoro sono sempre episodi prevenibili ed evitabili.  Tutti i nostri sforzi mirano a quest’obiettivo, evitare che succeda un danno a persone o comunque minimizzarlo. I dati del 2018 risultano però essere preoccupanti con un aumento del +0.2% di denunce di infortunio presso l’INAIL (534.605) di cui, con dati ancora provvisori dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro,  945 con esito mortale con un netto +9.4% rispetto all’anno precedente.

E gli infortuni in itinere

Gli infortuni in itinere sono gli infortuni avvenuti nel tragitto tra il lavoro e la casa del lavoratore, anche questi coperti da assicurazione INAIL. Anche gli in itinere sono in aumento con un incremento del 1.7% passando da 79.231 a 80.599.

Nel nostro paese non si spalmano in modo equo e soprattutto durante l’ultimo anno i cambiamenti rispetto all’anno precedente risultano molto interessanti: è stato infatti registrato un aumento delle denunce di infortunio  dello +0.7% nel nord ovest, un incremento del +1.3% nel nord est e dello 0.2% al sud. Interessanti invece i cali al centro con -1.5% e nelle isole con -2.3% segno che le attività di prevenzione, protezione ed addestramento iniziano ad avvenire anche in queste zone d’Italia.

Per quanto riguarda invece le denunce mortali solo nei primi 10 mesi del 2018 riscontriamo un netto aumento, del +9.4%. Questo dato, già allarmante di per sé, risulta essere in parte viziato dai 15 morti sul Ponte Morandi di Genova e dai 16 lavoratori migranti morti in agosto in provincia di Foggia investiti mentre tornavano dal lavoro. Un dato che però deve far pensare, sulla scia di questi incidenti, è che nel 2018 ci son stati ben 21 incidenti plurimi che son costati la vita a ben 76 lavoratori.

Quando si ha un incidente plurimo, molto spesso sono coinvolti gli addetti alle emergenze che, non riuscendo a comprendere i rischi presenti nella scena dell’incidente, rischiano la vita per svolgere il loro lavoro.

Gli incrementi delle morti bianche non sono omogenei: possiamo notare un incremento di 48 casi mortali nel Nord-Ovest che passa 212 a 260, va meglio in nord est con 20 unità da 215 a 235 e di 15 al Sud  che passa da 188 a 203. Al centro apprezziamo una diminuzione di due unità passando 176 del 2017 a 174 del 2018, mentre nelle Isole le morti bianche in entrambi i periodi si attestano a 73 morti bianche.

Ed in Europa?

Gli ultimi dati per un confronto tra le varie nazioni europee risalgono al 2014. L’Italia in quell’anno è stata, con 459 unità il terzo peggiore paese europeo per morti bianche: davanti a noi solo la Francia con 517 decessi sul posto di lavoro e la Germania con 471.  Situazione molto preoccupante per tutte e tre le più grandi economie continentali. Se però lo stesso dato lo normalizziamo per i la totalità dei lavoratori nazionali le cose cambiano: nel nostro paese si sono verificate 3,01 morti bianche su 100 mila lavoratori contro una media di 2,3 europea. Non certo una buona situazione ma ben lontana dai poco felici primi gradini del podio che vanno alla Lituania che prende il terzo posto con 5,56 su 100 mila lavoratori anticipata solo dalla Lettonia con 5,960 su 100 mila e la Romania che prende la maglia nera del primo posto con 7,130 lavoratori deceduti su 100 mila.

Tutto questo significa che i nostri sforzi sono vani?

No, questi dati mettono in luce che il lavoro da svolgere per la sicurezza sul lavoro è ancora tantissimo perché siamo ben lontani dal poter dare la certezza a tanti genitori lavoratori che torneranno la sera dai propri piccoli.


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